UK Labour leader Keir Starmer's recent statement on immigration, referring to the UK potentially becoming an "island of foreigners," has ignited a political firestorm. The phrase immediately drew parallels to Enoch Powell's 1968 speech, which predicted "rivers of blood" as a consequence of uncontrolled immigration.
The statement has garnered significant criticism. While Downing Street sought to distance Starmer from Powell, many Labour figures expressed disapproval. London Mayor Sadiq Khan, whose parents were Pakistani immigrants, stated that he wouldn't use such language. Left-wing Labour members strongly condemned Starmer's words.
The criticism wasn't limited to the left; the right deemed Starmer too soft on immigration. Nigel Farage even taunted Starmer, implying he'd learned from the right-wing populist's tactics. The article explores the tension between those who believe the left needs a conservative edge to remain relevant and Starmer's potential to be remembered for a controversial statement.
Sono tre parole che potrebbero restargli attaccate addosso per il resto della sua carriera politica: la Gran Bretagna rischia di diventare una «isola di stranieri», ha detto il primo ministro britannico Keir Starmer quando ha presentato lunedì la sua stretta sullâimmigrazione. Frasi che hanno riportato subito alla memoria il famigerato discorso pronunciato nel 1968 dal deputato conservatore Enoch Powell, che evocò «fiumi di sangue» come conseguenza dellâimmigrazione incontrollata, che stava rendendo gli inglesi «stranieri nel loro stesso Paese». Powell venne accusato di razzismo, fu sospeso dal suo partito ma diventò una specie di icona per la destra più radicale. Da Downing Street in questi giorni si sono affannati a spiegare che Starmer non intendeva citare Powell, ma hanno ribadito che «problemi difficili richiedono un linguaggio duro e politiche dure».
Le reazioni tuttavia sono state ben poco entusiaste, con diversi esponenti laburisti che hanno preso le distanze dal premier, in primis il sindaco di Londra Sadiq Khan (figlio di immigrati pachistani), che ha affermato che «non sono il tipo di parole che io userei»: ben più netti gli esponenti della sinistra del partito, che hanno bollato le affermazioni di Starmer come «una disgrazia». Il premier si trova così nella poco invidiabile situazione di essere attaccato sia dalla sinistra (il Guardian spara bordate) che dalla destra che lo giudica ancora troppo morbido: lui però non deflette e appare intenzionato a rincorrere sul suo terreno la destra populista di Nigel Farage, il quale ieri si è permesso il lusso di sfottere Starmer dichiarando che «il suo discorso ci è piaciuto, si vede che ha imparato molto da noi». Câè chi teorizza, come i fautori del cosiddetto Blue Labour, che la sinistra oggi può restare rilevante solo con una forte iniezione di conservatorismo: ma davvero il leader di un grande partito progressista vuole passare alla storia come quello dellâ«isola di stranieri», come Powell passò alla storia per i suoi «fiumi di sangue»?
14 maggio 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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