Forbiciate ai passanti: “Espulsione impossibile”. La Bolognina torna un caso


A Moroccan man's violent attack in Bologna, Italy, involving multiple stabbings and resistance to arrest, highlights ongoing concerns about public safety and the challenges of managing individuals with a history of violent crime.
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Bologna, 6 maggio 2025 – È piantonato al Sant’Orsola Zakaria Azmami. Il ventisettenne marocchino, che domenica, armato di forbici, ha scatenato il panico in piazza dell’Unità, ferendo tre passanti e anche due dei carabinieri intervenuti per fermarlo, è adesso in arresto, per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Per placare la furia di Azmami, del tutto immotivata se si prescinde dall’abuso di stupefacenti, i militari del Radiomobile hanno dovuto utilizzare il taser, strumento fondamentale in simili situazioni di pericolo, visto che Azmami avrebbe potuto ferire altri e fare del male anche a se stesso. E malgrado l’utilizzo della pistola elettrica, per placare l’esagitato i sanitari hanno dovuto anche sedarlo. Condizione in cui si trova anche ora in Rianimazione, per gli effetti dell’abuso di sostanze, non in pericolo di vita. Una volta dimesso, passerà direttamente dall’ospedale alla Dozza, in attesa della convalida dell’arresto.

I precedenti

Quella del ventisettenne marocchino è una parabola di delinquenza e violenza, culminata anche in un tentativo di espulsione andato a vuoto. Azmami incrocia per la prima volta la sua strada con quella delle forze dell’ordine, in Italia e proprio a Bologna, nel 2021. Accumula decine di denunce: per spaccio, per immigrazione clandestina, ma anche per reati violenti contro la persona. Un soggetto pericoloso, preparato fisicamente e anche incontrollabile. Come dimostra un episodio dell’ottobre scorso, già raccontato dal Carlino: Azmami in quel periodo era ospite di una trentenne pregiudicata che vive in un palazzo di via Fioravanti. All’alba del 7 ottobre l’uomo aveva tentato di aggredire, armato di un coltello, lei e la figlia di quattro anni, che erano fuggite per le scale del palazzo. Un vicino, l’avvocato e frontman della band ‘Il parto delle nuvole pesanti’ Salvatore De Siena, sentito il trambusto, aveva aperto la porta e dato rifugio alla vittima, finendo a sua volta nel mirino di Azmami, che aveva tentato di colpirlo con più fendenti. Il cantante era riuscito a sottrarsi infilandosi in casa e chiudendo la porta. Il ventisettenne, dopo aver tentato di buttarla giù, imbrattandola di sangue, era sceso in strada e aveva aggredito un’altra donna alla fermata del bus. In quella circostanza, era stato denunciato dal Radiomobile.

Tentativo di espulsione

Pochi giorni dopo quell’episodio, Azmami si era presentato alla caserma dei carabinieri del Navile. In quella circostanza voleva denunciare un connazionale con cui aveva avuto una colluttazione (l’uomo lo aveva denunciato a sua volta). I militari, dopo aver raccolto la denuncia, in considerazione del fatto che il ventisettenne era pregiudicato, pericoloso e irregolare, avevano preso contatti con l’ufficio Immigrazione della Questura, per valutare l’espulsione. Tra l’altro, quel giorno era stato trovato anche in possesso di droga, motivo per cui era stato di nuovo denunciato. Dopo essere stato fotosegnalato, Azmami era stato accompagnato, su disposizione del questore, al centro per il rimpatrio di Ponte Galeria. Qui è rimasto fino a dicembre, quando è stato rimesso in libertà per ‘motivi sanitari’. Intanto, l’uomo aveva anche tentato di ottenere una protezione internazionale. Domanda rigettata a gennaio scorso.

Il ritorno a Bologna

Subito dopo essere uscito dal Cpr romano, Azmami è tornato a Bologna, dove ha ricominciato a fare quello che gli riesce meglio: il delinquente. Almeno tre le denunce accumulate in questi pochi mesi, da parte di polizia, carabinieri e anche polizia locale. Gli agenti della locale, nello specifico, a febbraio lo avevano denunciato perché sorpreso all’interno di una cantina di un palazzo Acer in Bolognina. Adesso l’uomo, assistito d’ufficio dall’avvocato Elisa Brusaporci, è in rianimazione, per motivi precauzionali. Se il fermo verrà convalidato, andrà alla Dozza. Altrimenti tornerà tra le strade della Bolognina: difficile tentare ancora la strada dell’espulsione, per problemi legati all’identificazione esatta, visto che il Marocco non lo riconosce come suo cittadino.

Le reazioni politiche

Una vicenda complessa, che dalla strada è arrivata ai banchi del consiglio comunale: “È evidente quanto Bologna continui a essere sguarnita di uomini e mezzi: non sono sufficienti”, scrivono i dem in una nota attaccando la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Ma il senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei ha ben altra idea sulle responsabilità istituzionali: “La situazione sicurezza in città è emergenziale per l’assenza totale di politiche per la sicurezza da parte del Comune”.

Il sindacato di polizia Emilia Romagna chiede investimenti 

Il segretario regionale del Sap Emilia Romagna, Tonino Guglielmi, sollecita una seria riflessione a tutti i livelli istituzionali in seguito agli eventi di Piazza dell'Unità. Sottolinea la necessità di un impegno politico concorde per la sicurezza, criticando i tagli passati alle risorse delle forze dell'ordine. “La sicurezza è un bene primario di tutti e non può essere sbandierato a piacimento per sterili polemiche di partito – si legge nella nota del Sap Emilia Romagna -. La politica, sia a livello locale che a livello nazionale, deve fare fronte comune per garantire il vivere civile ed uno standard di sicurezza adeguato. Non si può invocare il presidio ed il controllo del territorio se nel corso degli anni non si è investito nella sicurezza. Negli ultimi decenni i vari governi che si sono succeduti non hanno lesinato tagli all'apparato della sicurezza dalle risorse economiche, a quelle umane a quelle strutturali".

“Il taser e le bodycam sono strumenti indispensabili per adempiere il nostro servizio e per garantire la trasparenza del nostro operato. Ora questi strumenti, le cui proposte nacquero proprio a Bologna, stanno diventando realtà. Anziché osteggiarle andrebbero favorite ed assegnate ad ogni singolo operatore. L'uso del taser ha permesso di immobilizzare la persona esagitata che aveva già ferito due passanti. Cosa avrebbero detto i soliti radical chic ben pensanti se ci fosse scappato il morto?”.  “Occorre una riforma seria e sostanziale per ridistribuire le competenze tra le varie forze di Polizia – conclude Guglielmi -. Solo in questo modo si possono recuperare uomini e donne da destinare al controllo del territorio”. 

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