Trovato un accordo, che coinvolge anche il Ticino, per rilanciare Palazzo Trevisan a Venezia | laRegione.ch


A new agreement ensures the continued use of Palazzo Trevisan in Venice as a center for Swiss culture and beyond, involving collaborations with the Ticino canton and other partners.
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Palazzo Trevisan a Venezia continuerà a essere un luogo di cultura e anzi, amplierà la sua offerta e vocazione aprendosi a nuove attività e a nuovi partner in aggiunta a Pro Helvetia: oggi è stata firmata una lettera di intenti tra il Dipartimento federale dell’interno e quello degli affari esteri che garantisce quello che Roberto Balzaretti, ambasciatore svizzero in Italia, ha definito «un passaggio e una continuità nella presenza svizzera a Venezia».

La fondazione svizzera per la cultura continuerà a operare negli spazi di Palazzo Trevisan, ma non si dovrà più occupare della gestione che passerà, appunto, al Dipartimento federale degli affari esteri: sarà un semplice inquilino, per quanto “inquilino alleato” come ha spiegato in conferenza stampa la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. Questo nuovo assetto, operativo dal primo gennaio 2026, permetterà a Pro Helvetia di risparmiare quelle risorse che avevano portato ad annunciare, l’anno scorso, la cessazione delle attività a Palazzo Trevisan.

Pro Helvetia non sarà tuttavia l’unico partner del progetto, anzi: l’idea è ampliare la rete di collaborazioni attirando altri operatori (e questo anche per garantire la sostenibilità finanziaria del progetto, come ha spiegato il consigliere federale Ignazio Cassis). E qui entra in campo il Canton Ticino che, come ha spiegato la consigliera di stato Marina Carobbio Guscetti, è subito intervenuto a sostegno del progetto reputandolo importante anche per valorizzare l’italianità della Svizzera.

L’idea è aprire Palazzo Trevisan non solo al settore culturale, ma anche a rappresentanti del mondo accademico, scientifico e imprenditoriale svizzero. Insomma, come ha spiegato Ignazio Cassis, «una vetrina per l'eccellenza svizzera in tanti ambiti, in materia di ricerca, innovazione, di sostenibilità e naturalmente anche di arte e cultura». Un aspetto evidenziato anche da Marina Carobbio Guscetti: «Noi abbiamo un grande interesse a far conoscere al di fuori del Ticino quanto si fa a livello culturale, artistico e creativo, e d’altra parte in Ticino abbiamo anche delle eccellenze in ambito di ricerca, penso al settore della biomedicina, all’intelligenza artificiale, alle università».

Come ha concluso Ignazio Cassis, «crediamo che questa sia un’ottima casa della Svizzera in Italia e nel mondo e con coraggio abbiamo allargato le porte d’entrata per cercare nuovi clienti che ci aiutino a presentare la Svizzera al resto del mondo attraverso Venezia».

I tagli e le polemiche

Quando Pro Helvetia aveva annunciato la cessazione delle attività culturali a Palazzo Trevisan entro il 2026, indiscrezioni di stampa davano in vendita lo storico edificio di proprietà della Confederazione. La decisione di Pro Helvetia, del resto, era legata ai tagli lineari del 2% imposti dal Consiglio federale e sono previste altre misure di risparmio, definite eufemisticamente “sgravi delle spese”. Immediate le reazioni del mondo culturale, e non solo, per quello che da più parti è stato definito “un errore imperdonabile”.

Il consigliere federale Ignazio Cassis ha insistito per creare un gruppo di lavoro interdipartimentale e, come anticipato dal Blick nelle scorse settimane, la vendita dell’edificio era stata esclusa, ma ancora non erano noti i dettagli del nuovo piano d’utilizzo, presentati oggi con la firma del memorandum.

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