An 81-year-old man was robbed of his necklace by a young man on a scooter in Turin, Italy. The robber, who had previously been arrested twice for similar crimes, was apprehended after he fell and injured himself during his escape. The victim suffered injuries and psychological distress.
The robber, a 24-year-old undocumented immigrant, was quickly apprehended by police after the incident, thanks to the victim’s description and witnesses who pursued him. He had hidden a knife and the stolen necklace in a manhole.
This is the third arrest for the 24-year-old in three months, indicating a pattern of similar crimes. He has previous convictions for drug trafficking and robbery, highlighting his dangerous criminal history. Police deemed him to be of 'significant social danger'.
The incident has highlighted concerns within the Barriera di Milano neighborhood of Turin. Locals feel increasingly unsafe, particularly elderly residents, and are frustrated with the ongoing crime issues in their community.
Ha 81 anni e il diabete. Vive in via Cherubini, dietro all’oratorio salesiano. È nato a Grimacco, paese di 299 anime in provincia di Udine. Da uno dei borghi montani più piccoli d’Italia è finito, molti anni fa, nel cuore di Barriera di Milano. La periferia più estesa e multietnica della città. Luogo di migrazioni dove una volta lui, questo anziano appena rapinato e con i segni delle unghie sul collo, come molti emigrati della sua generazione, si sentiva a casa. Adesso non più.
«Oggi Barriera è terra di nessuno e noi che siamo vecchi abbiamo paura», dicono i suoi vicini di casa. Anche loro sono prede dei rapinatori. Sono molto giovani, nordafricani e spesso senza permesso di soggiorno. Come il ragazzo che sabato pomeriggio, in monopattino, ha aggredito alle spalle l’anziano. Lo ha colpito in via Paisiello. Gli ha strappato con violenza l’unica catenina che aveva. «Ha bisogno di supporto psicologico», hanno scritto i soccorritori del 118. Le escoriazioni si curano, il terrore di non sentirsi più tranquilli a casa propria, no.
La cronaca Gianni Giacomino 18 Maggio 2025
«Ero sul marciapiede, me lo sono sentito alle spalle all’improvviso», racconta l’81enne agli agenti del commissariato Barriera di Milano. Quel pomeriggio erano con l’Esercito in una della postazioni di “Strade sicure”. Il progetto di presidio, anche militare, che il governo ha ideato contro la criminalità non ha spaventato il rapinatore che sfrecciava in monopattino. «Mi ha strappato con forza la collana, e mi ha fatto male perché mi ha conficcato le unghie nel collo», ricorda l’anziano, che si è messo a gridare quando era a terra. Un gruppo di passanti ha inseguito il rapinatore. Volevano prenderlo. Ma lui è scappato in monopattino. Andava così veloce tanto da cadere e rompersi una rotula, in piazza Bottesini. La radio delle forze dell’ordine aveva già dato l’allarme. Così i poliziotti lo hanno preso subito. Hanno notato che aveva nascosto qualcosa in un tombino. Lo hanno fatto aprire. Dentro c’era un coltello di 18 centimetri che il ladro aveva buttato insieme alla collana dopo essere caduto. «Me l’hanno restituita gli agenti, valeva 900 euro», dice l’anziano originario del Friuli. È andato tutto bene, alla fine. Ma sono in tanti adesso, in questo quartiere dilaniato, a dire: «E ora, quanti giorni starà in carcere?».
Caterina Stamin 17 Maggio 2025
Il ladro, difeso dall’avvocata Francesca D’Urzo, è irregolare, senza permesso né domicilio. A 24 anni ha già vari precedenti. I primi per spaccio. Gli altri per rapine. Il 22 febbraio è stato fermato per furto con strappo di una collanina d’oro, sempre a una persona anziana. Il 28 aprile è successo di nuovo: rapina aggravata e lesioni. Quello dell’altro ieri è il terzo arresto in tre mesi. Di lui gli agenti scrivono: «Spiccata pericolosità sociale». È recidivo come molti suoi coetanei. Vivono a Barriera anche loro, i rapinatori. Prima, quando erano ancora piccoli tanto da potere essere chiamati baby gang, seguivano gli anziani a piedi. Adesso usano i monopattini. «L’ho riconosciuto perché aveva la maglia della nazionale argentina», dice l’anziano. «Aveva il 10 stampato sulla schiena. L’ho detto ai poliziotti e lo hanno riconosciuto per questo».
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