Scommesse illegali, il medico che ha seguito Fagioli: “Anche i calciatori sono persone vulnerabili” - La Stampa


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Gambling Addiction in Italian Football

This article from La Stampa discusses the growing issue of gambling addiction among young people, particularly in the context of Italian football. The focus is on the case of Nicolò Fagioli, a footballer who struggled with gambling addiction. Dr. Paolo Jarre, a leading expert on gambling addiction, is interviewed and emphasizes that anyone can be affected, regardless of wealth or status. He explains that the accessibility of online gambling has significantly worsened the situation, with platforms generating exponentially more revenue.

The Impact of Online Gambling

Data from Cgil and Federconsumatori shows a concerning trend of young people using parents' credit cards for online gaming purchases. The report highlights that nearly half of 11-14 year olds, and a significant percentage of older teens, have gambled or bought lottery tickets. Dr. Jarre attributes the increase in gambling addiction to the rise of online platforms, which have broadened accessibility and revenue.

Vulnerability of Athletes

Dr. Jarre's experience with Nicolò Fagioli challenged the stereotype of wealthy athletes who can afford gambling losses. He explains that Fagioli's struggles stemmed from personal vulnerabilities and trauma, emphasizing that economic stability doesn't prevent gambling addiction. Dr. Jarre further underscores the influence of so-called “gurus” who promote risky betting strategies through television appearances, demonstrating how deeply gambling is intertwined with the sports world.

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«Tutti possono essere colpiti dalla ludopatia. Con l’online il problema si è allargato» Paolo Jarre è uno dei più importanti esperti italiani sul tema del gioco d’azzardo. Per decenni ha seguito giovani che sono caduti nella trappola della ludopatia. Nel 2023 è diventato noto a livello nazionale per aver seguito il calciatore Nicolò Fagioli, tra i protagonisti dello scandalo del calcioscommesse.

Per fare quantificare il problema, il report “Il libro nero dell’azzardo. Mafie, dipendenze, giovani” di Cgil e Federconsumatori mostra come, nella fascia d’età 11-14 anni, la metà dei ragazzi ha speso la carta di credito dei genitori o ricariche per videogiochi per acquistare “casse e scrigni”.

nuovo terremoto nel calcio ANDREA SIRAVO E REDAZIONE WEB 11 Aprile 2025

Salendo di età, questi dati si confermano: tra i 14 e i 18 anni, il 43% dei ragazzi maschi ha acquistato direttamente biglietti Gratta&Vinci, e quasi il 50% ha provato, anche solo una volta, a giocare in una sala Slot. Tuttavia, la scommessa sportiva rimane il tipo di giocata preferita dai giovani.

Questa mattina il tema è diventato nuovamente di attualità, dopo l’inchiesta della procura di Milano.

Dottor Jarre, anche se i fatti risalgono al triennio 2021-2023. Il calcioscommesse è tornato a essere un tema al centro dell’attenzione.

«Assolutamente. Qualche tempo fa ho conosciuto un ragazzo, da poco maggiorenne, che era uscito con cento all’esame di maturità. Nonostante fosse una bravissima persona, di nascosto usava la carta di credito della madre per giocare: è arrivato a perdere 15 mila euro in pochi mesi. Si crede di aver il controllo della partita, di poter prevedere cosa accadrà».

E così non succede.

«Il banco vince sempre. La ludopatia può colpire tutti, anche i calciatori».

Secondo i dati è ormai un’emergenza, da quando si è presa coscienza del tema?

«Una trentina di anni fa abbiamo visto come sempre ex pazienti con tossicodipendenza o problemi di alcolismo, si fossero rifugiati nel gioco d’azzardo. Dagli anni 2000 i numeri sono saliti vertiginosamente».

Come mai?

«Con l’avvento dell’online la platea si è allargata, soprattutto verso i più giovani. Le piattaforme fatturano 20 volte di più rispetto al pochi anni fa».

nuovo terremoto nel calcio ANDREA SIRAVO E REDAZIONE WEB 11 Aprile 2025

Lei ha seguito Nicolò Fagioli, uno dei simboli di questa dipendenza.

«Quell’episodio è stato fondamentale per far capire alle persone che la ludopatia può colpire chiunque. È opinione diffusa che i vip, soprattutto i calciatori, possano permettersi di giocare d’azzardo con le cifre che guadagnano. Invece con una lettura più accurata emerge come non ci sia ricchezza economica che tenga davanti alla propria vulnerabilità».

Lei è uscito cambiato dall’esperienza?

«Gli incontri con Nicolò mi hanno tolto tutti i pregiudizi sui calciatori, considerati solo ricchi e viziati. Quando l’ho conosciuto mi sono trovato davanti una persona molto diversa, con tutta una serie di traumi: un ragazzo di 14 anni che è andato via di casa per giocare nella Juventus e che ha patito un periodo di solitudine».

Spesso i ragazzi si affidano ai cosiddetti “guru” che consigliano delle giocate “sicure”?

«Hanno avuto in qualche modo un ruolo da catalizzatori tra i giovani. Spesso, infatti, queste persone vengono ospitate nei principali programmi sportivi in televisione. Questo dimostra quanto il mondo dello sport sia ormai condizionato dal fenomeno del gioco».

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