Frammenti di Ferruccio de Bortoli | I mercati soffrono ma qualcuno ci guadagna (e tanto) | Corriere.it


The article discusses suspicions of insider trading and conflicts of interest in global financial markets, questioning whether those with privileged information are manipulating markets for profit.
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Trump e i suoi sono convinti che gli europei, ma non solo, abbiano a lungo fregato gli americani. E via di seguito nei confronti di altri partner commerciali. Ma il sospetto che vi sia qualcuno che sta fregando tutti sui mercati non è privo di qualche fondamento. Quello che sta accadendo, in questi giorni, su tutte le piazze finanziarie suscita diversi interrogativi circa l’esistenza di giganteschi conflitti d’interesse nella cerchia di chi decide e sa e potrebbe di conseguenza operare sui titoli con un vantaggio impressionante. 

Nell’era in cui la forza tende a prevalere sul diritto, il conflitto d’interesse è ormai derubricato a un peccato veniale e forse persino elevato a dimostrazione di vivacità intellettuale e prontezza di riflessi. Qualcuno che abbia guadagnato per fortuna e intuito ovviamente c’è. Warren Buffett, per esempio, si è tenuto giustamente liquido. 

Ma non della bravura e dell’intuito di quei pochi stiamo parlando, ma di quelli che hanno potuto avere in anticipo un’informazione, cosiddetta market mover e hanno operato di conseguenza. Ci sarà qualche indagine della mitica Sec, ovvero la Consob americana, peraltro gestita attualmente da un facente funzione in attesa del presidente nominato? 

La falsa notizia sul rinvio di 90 giorni dei dazi, che ha fatto svoltare in positivo nei giorni scorsi gli indici, configura, in via del tutto ipotetica, un reato di aggiotaggio, cioè la diffusione di una notizia falsa atta turbare il mercato. Ma che volete che sia in una tempesta mondiale di queste proporzioni? Le vendite allo scoperto, sui mercati europei, sono vietate in mancanza di possesso dei titoli. 

Qualcuno ha chiesto in questi giorni, anche alla nostra Consob, se non si potessero fermare le contrattazioni? Una sorta di neutralizzazione. 

Ma vige il principio dei vasi comunicanti. O lo fanno tutti o chi lo fa ne paga il conto, magari su altri mercati, come quello dei titoli di Stato. E per un Paese indebitato come il nostro, che ha bisogno di venderne tanti di titoli di Stato, è un pensiero da riporre velocemente nel cassetto. 

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9 aprile 2025, 11:43 - modifica il 9 aprile 2025 | 12:39

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