Blackout in Portogallo, le (poche) notizie dalla radio in auto, l'acqua per 48 ore. «Sembrava di essere sotto attacco»


A widespread blackout across Portugal, Spain, and parts of France caused significant disruption and uncertainty for travelers and residents alike.
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Doveva essere solo una breve sosta prima del rientro in Italia, una tappa intermedia per spezzare il viaggio lungo dal Brasile. E invece, per una coppia di romani, Roberta e Demetrio, lo scalo di quattro ore all’aeroporto di Lisbona si è trasformato in un’odissea. «Abbiamo deciso di uscire e prendere un cappuccino in centro, giusto per vedere un po’ la città, che è molto vicina all'aeroporto. Poi, passeggiando, ci siamo accorti che qualcosa non andava: i semafori e le insegne spenti, la corrente saltata». Inizialmente, la situazione sembrava sotto controllo. «Pensavamo si sarebbe risolto nel giro di poco. Nessuno parlava di un blackout su scala così vasta».

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Ma la realtà era ben diversa. Il blackout, causato da un guasto sulla rete elettrica europea, ha colpito contemporaneamente Portogallo, Spagna e parte della Francia. Quando la coppia ha cercato di rientrare in aeroporto per il volo verso Roma, si è trovata davanti a una scena da fillm: «La polizia aveva sbarrato tutti gli ingressi. Siamo riusciti a entrare solo passando da un bar che aveva un accesso dall'esterno ma che ci permetteva di entrare anche all'interno dell'aeroporto».

Il Caos in aeroporto

Dentro l’aeroporto, la luce c’era, almeno in parte, e i bagni funzionavano. Ma per il resto, regnava l’incertezza. «Ci siamo diretti verso i controlli, ma nessuno sapeva darci informazioni. Gli addetti erano tanto disorientati quanto noi». Nessuna comunicazione ufficiale, nessuna email dalle compagnie aeree. Solo ore di attesa e confusione. «Dopo un po’ abbiamo deciso di cercare un hotel. A nostre spese, abbiamo preso un taxi e trovato una stanza per la notte». La mattina seguente, la situazione non era migliorata. «File interminabili, nessuno che sapesse darci indicazioni precise. Alla fine siamo riusciti a parlare con qualcuno della nostra compagnia aerea, che ci ha dato dei biglietti ma senza posti assegnati. Adesso ci ritroviamo con due prenotazioni su voli diversi: io su uno, il mio compagno su un altro. Ci hanno detto che c’è l’80% di possibilità che ci facciano viaggiare insieme, ma al momento è tutto incerto». Unico alleato nella confusione: una powerbank. «Per fortuna avevamo una batteria portatile molto potente. È grazie a quella che siamo riusciti a tenere acceso il telefono, trovare l’hotel, prenotare. Altrimenti sarebbe stato impossibile».

Il blackout visto da Porto: «Sembrava un attacco»

Anche a Porto la situazione è stata tesa. Emily, una cittadina romana in vacanza nella città del nord del Paese, racconta di ore di buio e paura. «Salta la corrente, succede. Dopo un po’ accendi il cellulare e vedi che è saltata anche in altri paesi. Allora ti ricordi dell’allerta europea di un possibile attacco informatico. Nel dubbio esci a fare benzina, ma i distributori hanno già ricevuto l’ordine di chiudere dalle autorità. Vai al supermercato ma non puoi pagare con le carte. Vai al bancomat ma è fuori servizio. E dire che fino al giorno prima ti vantavi di non avere contanti con te. Ma a casa forse ce li hai, allora torni a piedi a fare la spesa, in macchina il traffico è bloccato, i semafori non funzionano. Adesso però i negozi sono presi d’assalto da tutti, in cerca di taniche di acqua e alimenti non deperibili. Il negozio cinese sta per esaurite le torce, tu ti aggiudichi l’ultima torcia led a pile. Gli altri ripiegano su candele e ceri con i santi. Prendi due pacchi di candele anche tu, non si sa mai. Cerchi altre notizie ma attenzione, internet non funziona più, provi a chiamare ma la linea è saltata. Cosa sta succedendo?». si chiede. 

Le ore senza notizie

«Torni a casa a piedi per ascoltare la radio dalla macchina, hai dimenticato di comprare la radio a pile - prosegue il racconto - Hai il powerbank scarico, quindi carichi anche il cellulare in macchina, per quel che può servire. Pensi che avresti potuto attrezzarti prima con il kit d’emergenza raccomandato dall’Unione Europea, pensi che avresti potuto comprare un pannello solare da campeggio, ma non c’è stato tempo, non te l’aspettavi e ora hai pochi euro in contanti rimasti dopo la spesa d’emergenza. L’ultima serie Netflix? No, la giornata di ieri in Portogallo». 

«L’atmosfera ricordava le scene da primo giorno del lockdown da Covid - dice ancora - ma almeno durante quell’emergenza sapevamo cosa stava accadendo ed eravamo costantemente aggiornati dai telegiornali e tramite cellulare. In questo caso, non sapevamo cosa stava accadendo né quanto sarebbe durata. L’emergenza era estesa ad altri paesi oltre a quelli inizialmente nominati? Che tipo di reazioni politiche? Quali le dichiarazioni? Si trattava di un guasto o un attacco? Forse i miei familiari in Italia erano preoccupati perché non ero raggiungibile? Avremo avuto acqua in casa ancora per molto? Per quanto ancora la popolazione avrebbe reagito in maniera composta all’emergenza?», conclude.

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